lunedì 10 giugno 2013

Recensione di "Ogni maledetto lunedì su due" - Luigi Tatulli


E’ da un bel po’ di anni che conduco una battaglia personale per il riconoscimento del linguaggio fumettistico come forma d’arte a tutti gli effetti, né superiore (forse), ma nemmeno inferiore a qualsiasi altra espressione artistica. E’ un percorso difficile, in quanto l’ignoranza collettiva (in Italia più che altrove, ovviamente) ha ormai etichettato il fumetto come “quella roba per bambini”, ignorando le infinite potenzialità dello strumento e tutto il lavoro che c’è dietro. Anni di fatiche immani degli autori finite nel cesso perché è “roba per bambini”, conclusione a cui si è arrivati, nella maggior parte dei casi, senza aver mai letto una cippa. Ma tiro avanti, nonostante i pianti di mia madre che si chiede dove mai avrà sbagliato e nonostante ci si mette persino mio fratello piccolo, prodotto di quest’era tecnologica, a guardarmi come se fossi un appestato.
E hai ragione, mi fermo qui!

Poi improvvisamente spuntano fuori autori come Michele Rech, in arte Zerocalcare, e ti rendi conto che vale la pena continuare su questa strada. Il nostro Michele, 29 anni, dopo vari progetti e collaborazioni che non vi sto ad elencare sennò due palle, nel novembre 2011 avvia un blog (
www.zerocalcare.it ), dove pubblica GRATUITAMENTE brevi storie a fumetti inizialmente ogni Lunedì, successivamente ogni Lunedì su due. In un paio d’anni Zerocalcare è passato dall’essere un perfetto sconosciuto a fenomeno! Il libro Ogni maledetto Lunedì su due (reperibile in qualsiasi fumetteria e libreria) raccoglie le storie pubblicate sul blog dal 21 Novembre 2011 al 18 Febbraio 2013, più 50 pagine inedite che fungono da filo conduttore della raccolta.
Come mai questo clamoroso successo in così breve tempo?
Perché Zerocalcare è riuscito a dar voce ad un intero spaccato generazionale! Nelle sue storie Michele parla del quotidiano, però mai in modo banale, impastando il tutto con toni umoristici (spesso humor nero) e riuscendo a narrare con un occhio critico e sagace. Il tutto infarcito di citazioni alla cultura pop (che strizzano l’occhio al lettore) non inserite a caso, ma sempre perfettamente coerenti con la trama e funzionali. E’ frequente immedesimarsi nei suoi racconti e ritrovarcisi. Epiche le storie “I vecchi che usano il pc” e “La fascia oraria delle bermuda”, andate a recuperarle sul blog immediatamente!

 Ma Zerocalcare non è solo umorismo fine a se stesso.
Michele è riuscito ad esprimere magistralmente anche (o meglio, soprattutto) disagi, inquietudini e timori dei giovani, sacrificati sull’altare della Democrazia in nome del dio Capitale.
Risate amare.
Perché, prima di tutto, stiamo parlando di un ragazzo di 29 anni come tanti, senza un posto di lavoro fisso, con addosso un forte senso di precarietà esistenziale (come tutti noi), senza fiducia in un futuro cupo e privo di punti di riferimento (bellissima, ma allo stesso tempo angosciante, la metafora della zattera…chi comprerà il libro potrà capirmi!).
Nelle storie di Zerocalcare (quasi tutte pregne di elementi autobiografici) troviamo anche riferimenti a Genova 2001. Lui c’era e ciò che è successo ha lasciato il segno. Genova 2001 è stato un punto di svolta, la fine dell’innocenza, il passaggio dall’infanzia all’età adulta in un colpo, il rendersi conto che il mondo è marcio, sporco e che i bastardi la fanno sempre franca.
Come riuscire a tirare avanti?

L’ironia.
L’ironia è un’arma di legittima difesa per restare a galla, per non diventare come loro, per non lasciarsi corrodere…
Ma più che l’ironia, soprattutto l’autoironia, che nei racconti di Zerocalcare non manca mai.
Perché una persona che si prende troppo sul serio è una persona pericolosa.

<<A Genova pigliai gli schiaffi dalla forestale. Prima, nella storia, era successo solo all’orso Yoghi>>.

Roba per bambini…

Vi consiglio di comprare
Ogni maledetto Lunedì su due (e meglio ancora, recuperate anche i suoi lavori precedenti: La profezia dell’armadillo e Un polpo alla gola).
Perché? Perché se lo merita.
Punto.

Luigi Tatulli

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